Laboratorio LAeQUA: Spazio fuori dall'apartheid israeliana
Aderiamo alla campagna nonviolenta Boicottaggio disinvestimento e sanzioni verso Israele
LAeQUA ha aderito alla campagna SPLAI (Spazi Liberi dall'apartheri israeliana) all'interno dell'ampia e storica campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS).
Non solo nei nostri spazi non si usano prodotti provenienti da Israele o da società complici dell'apartheid israeliana e invitiamo tutti coloro che ci visitano a fare altrettanto, ma chiediamo che chi non riconosce questa situazione di aggressione alla popolazione palestinese vada altrove. Quasiasi israeliano che riconosca la complicata e ingiusta storia che ha portato alla nascita di quello Stato con la sua natura coloniale e faccia passi concreti per prenderne le distanze o per andare verso i palestinesi e la comune convivenza, sarà non solo ben accolto, ma onorato.
La campagna BDS è iniziata nel 2005 non nel 2023 o '24, promossa da organizzazioni palestinesi, come pratica nonviolenta per isolare uno Stato che vive dalla sua fondazione nell'illegalità internazionale e nell'impunità totale per i gravissimi reati perpetrati contro la popolazione palestinese: ricordiamo che la prima violenta pulizia etnica fatta di massacri, deportazione e distruzione data al 1948 e fece dichiarare a un nutrito gruppo di intellettuali ebrei, fra cui la filosofa Hanna Arendt e il fisico Albert Eistein, che Israele si stava configurando come la prosecuzione del nazismo.
La maggior parte della sua popolazione, perdura nella chiusura rinforzata dal trauma del 7 ottobre 2023 e nella psicosi collettiva che la costringe a incarnare il ruolo della vittima, ossessionata dal doversi sempre difendere, anche quando sta evidentemente aggredendo, uccidendo, sfigurando, abbattendo case, tagliando alberi di ulivo centenari, vessando quotidianamente e rendendo la vita impossibile in mille modi alla popolazione palestinese in modo, non solo ormai sproporzionato rispetto a ciò che ha subito, ma in modo orientato alla "soluzione finale" per i palestinesi. è la condanna a replicare ciò che si è subito, finché non lo si vede!
La necessità di agire oggi è vitale e imprescindibile, non solo perché le atrocità con il genocidio in corso a Gaza e in Cisgiordania, sono sempre più incommensurabili, ma perché siamo sempre di più tutti coinvolti e resi complici dal silenzio e dall'appoggio dei nostri Stati, che fino a ieri parlavano ancora di legittimità internazionale e diritti umani, mentre oggi ne hanno fatto carta straccia e preferiscono voltarsi dall'altra parte o fare proclami fuori dalla realtà.
Oggi ad essere chiamate in causa sono anche centinaia di imprese, di multinazionali che con il loro operato, il loro interesse solo per il profitto, stanno di fatto permettendo e portando avanti il genocidio: tutte le industrie delle armi da quelle del gruppo italiano Leonardo, alla Caterpillar, ma anche McDonald's, Coca Cola (che ha centri di distribuzione nei territori occupati), l'assicurazione AXA, la Siemens, Intel, Hewlett Packard, Spotify, Microsoft che tutte investono e forniscono dispositivi utili alle azioni di controllo, sorveglianza e militarizzazione contro i palestinesi; fino a Booking, Airbnb e l'immobiliare RE/MAX, che fanno affari e operano nei territori occupati da Israele. Ci sono poi l'industria farmaceutica Teva, la Reebook, la catena GdO Carrefour.
Nei nostri supermercati ci sono avocadi, agrumi, melograni, arachidi e datteri israeliani o ancora peggio israeliani e coltivati su terre sottratte a contadini palestinesi. Moltissimi semi e materiali da imballaggio (anche quelli innovativi sostitutivi della plastica), sono prodotti in Israele. I nomi commerciali sono Carmel, King Salomon, Jordan River, Jordan Plains, Ventura.
Qualsiasi cittadino israeliano che non si dissoci esplicitamente dall'operato dello Stato d'Israele, ne è complice.
è uno Stato in cui tutti passano lunghi anni operando nelle forze armate con frequenti richiami lungo tutta la vita proprio perché la piscosi per la difesa è un cardine dello Stato.
Ma anche i nostri Stati, dopo aver sdoganato la banalità della guerra e la necessità del riarmo, si vanno sempre più modellando sulle stesse esigenze di fare della difesa armata e del coinvolgimento in essa di tutti i cittadini, un cardine della cittadinanza. CI OPPONIAMO CON TUTTI NOI STESSI A QUESTA LOGICA!
La guerra deve stare fuori dalle nostre vite!!
Se pensiamo la guerra, se costruiamo armi, poi troveremo un nemico e la guerra la faremo.
Per ogni informazione consulta: https://www.bdsitalia.org/