La drammatica situazione del cacao
il cacao scarseggia...e non è colpa della speculazione
Approvvigionarsi di cacao è sempre più complicato: i prezzi al marzo 2024 sono elevatissimi, rispetto a prima, e il cacao, a livello internazionale, è poco.
Nel 2024 sono arrivati a manifestarsi tutti insieme gli esiti di vari fenomeni in corso da tempo, portando al risultato che, per esempio in Costa d'Avorio, primo produttore mondiale di cacao, la produzione sia passata da 2.2 milioni a 1.4 miloni di tonnellate (da Chocofair, intervento di Enrico Casale di Africa e affari). La scarsità ha fatto sì che, da gennaio a marzo 2024, il prezzo delle fave di cacao sia passato da 5,5€/kg a 18€/kg.
C'è un dato di estremo sfruttamento dei terreni, soprattutto nei Paesi produttori africani, a causa della richiesta crescente di accao sul mercato internazionale, che ha portato negli ultimi 30 anni a un uso sempre più importante di prodotti chimici che hanno finito per depauperato i suoli.
La fragilità dei terreni li ha lasciati ancora più indifesi di fronte ai cambiamenti climatici: grande siccità seguita da piogge anomale e abbondantissime che nell'autunno 2024 sono cadute ai tropici anche nella stagione secca, dilavando ulteriormente i terreni e danneggiando colture che non erano abituate a tanta acqua. Questa situazione nuova di umidità in eccesso ha ulteriormente contribuito all'espandersi di malattie e soprattutto di un virus (Cocoa Swollen Soo Virus), conosciuto fin dagli anni '40, che porta la pianta di cacao a una progressiva riduzione di produttività fino alla cessazione. Fenomeni estremi legati ai cambiamenti climatici sono segnalati in vari continenti e quasi sempre sono distruttivi o sicuramente non di aiuto all'agricoltura.
Altro fattore sempre più rilevante è l'aggressione capitalistica alla terra e alle comunità che la abitano per lo sfruttamento delle risorse minerarie che si trovano nel sottosuolo che avanza in tutto il mondo a livelli mai visti prima. Lo osserviamo direttamente presso i nostri storici partner della Comunidad de Paz de San José de Apartadò in Colombia dove finalmente i paramilitari si sono manifestati per quello che sono sempre stati, cioè mano armata di soggetti intenzionati a sfruttare il territorio per interessi estranei a quelli della popolazione. Nel 2024 l'aggressione è diventata ancora più intensa con l'apertuta di un cantiere per la costruzione di una strada nella foresta, che ha comportato recinzioni, imposizione di posti di blocco e divieti di attraversamento fino a impedire alla Comunidad l'accesso a molti terreni di sua proprietà. La Comunidad aveva peraltro sempre dichiarato la sua contrarietà alla costruzione di infrastrutture di qualsiasi tipo sui suoi terreni e nella foresta. Tutto ciò ha portato all'impossibilità l'anno scorso di raccogliere il cacao. E ricordiamo che proprio il 19 marzo 2024 furono assassinati dai paramilitari altri due membri della Comunidad: Nallely di 30 anni ed Edinson di 16 anni.
In Ghana il fenomeno più eclatante dell'aggressione estrattivista ai territori è la caccia all'oro che sta direttamente interessando terreni in passato dedicati alla coltivazione del cacao. Ma oggi l'oro vale molto di più e in tutto il mondo questo si sta cercando e vendendo (Aanu Adeoye, "Il prezzo del cacao sale per colpa dell'oro", Financial Time, da 2025, Internazionale, n. 1606, p. 94-95).
Stavolta, come si vede, la speculazione finanziaria ha un impatto molto marginale sull'aumento dei prezzi: prevale la reale riduzione drastica della materia prima prodotta. Peraltro essendo divenuta così scarsa e ricercata, sono aumentati gli assalti e furti ai carichi di cacao in movimento, cosa che richiede di farli viaggiare con scorte armate, che sono ulteriore costo da aggiungere alle spese di trasporto.
Di questa instabile e multifattoriale congiuntura è davvero difficile prevedere a breve un'inversione, anche perché molti di questi fattori descritti sono il risultato di una lunga stagione in cui la materia prima veniva pagata pochissimo, non c'era nessun incentivo o sostegno a una maggior cura di terreni e processi, dominava l'impossibilità a investire per migliorare i suoli e le piante, avanzava il progressivo invecchiamento dei coltivatori e perdita di motivazioni per chi si dedicava a coltivare i terreni. Tutto ciò ha incentivato la popolazione più giovane a emigrare o a cercare lavoro in altri settori. Questo trend, con l'aggiunta dei cambiamenti climatici che rendono estremamente incerta la situazione, conduce piuttosto a un progressivo e inesorabile peggioramento. Le realtà di cacao biologico e di commercio equo e soldale hanno cercato di fare da quarantanni tutto il contrario: investimenti continui, formazione di nove generazioni, cura per i terreni e qualità nella trasformazione. Ma di fronte ai cambiamenti climatici di oggi, anche quello risulta indispensabile, ma inadeguato.
La minaccia della obbligatoria astinenza da cioccolato farà il miracolo di dare una svolta? Ci saranno piccole oasi al riparo dai cambiamenti climatici e dai patogeni che riusciranno a produrre un cacao di qualità che verrà pagato il giusto prezzo ai produttori? Già il 2024 ha visto il miracolo di un prezzo alto e uguale sia che il cacao fosse convenzionale che biologico. Ci abitueremo probabilmente a mangiare meno cioccolato e a pagarlo molto di più. Probabilmente l'umanità ricca passerà anche a dei surrogati super-tecnologici che riprodurranno il sapore del nostro cacao naturale, venendo però direttamente da laboratori chimici. E per il caffé la storia non è molto diversa.
Una rovinosa conclusione per le materie prime coloniali per eccellenza.